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Gli smartphone si diffondono nelle aziende cambiando vestito

di Alessandro Longo

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6 novembre 2009

Gli smartphone che finiscono nelle mani di utenti aziendali sono investiti dal fenomeno della "consumerizzazione", come lo definiscono Gartner e Strategy Analytics. È all'interno di questa cornice che si muovono i nuovi e più popolari smartphone Qwerty: sono sempre più fatti apposta, quindi, per piacere anche al pubblico dei consumatori. La sfida ora è soprattutto tra i Nokia serie E ed i Blackberry, anche se il Nord America fa eccezione, perché qui gli iPhone cominciano a farsi strada anche nelle aziende.
«Qualche anno fa c'era una distinzione netta tra cellulari business e consumer. Ora si è in un'area grigia. Non c'è più una sostanziale differenza nell'hardware tra i due mondi. Anche i cellulari business hanno WiFi, fotocamera, l'integrazione con negozi di applicazioni e una buona multimedialità», dice Carolina Milanesi, analista di Gartner. «Il motivo è che, com'è avvenuto per altre tecnologie, i dipendenti si portano in ufficio i cellulari che usano anche a casa. Non vogliono avere in ufficio, quindi, un cellulare diverso, meno bello», aggiunge. È conseguenza di un fenomeno di più ampio respiro: le barriere tra casa e lavoro (e tra lavoro e tempo libero) diventano più sottili, «soprattutto per la crescita dei cosiddetti mobile worker», dice Milanesi. E quindi la tecnologia si adatta ai cambiamenti della società. Il tutto ha avuto un accelerazione recente anche a causa della crisi, però, «perché prima l'azienda ti pagava due cellulari, uno per la mail e l'altro per il resto. Adesso soltanto uno, che quindi deve saper far tutto», continua. «I cellulari nati per il business, come il Nokia E65, hanno avuto successo anche tra i consumatori». A conferma, i dati di Strategy Analytics: «nel 2009 prevediamo 177 milioni di smartphone venduti, di cui il 60 per cento a consumatori», dice l'analista Neil Mawston.
Resistono alcune differenze tra i due mondi. l'utenza business è meno sensibile alla grande moda del momento, cioè i terminali touchscreen. I cellulari business, inoltre, si differenziano per il software installato: il supporto ai fogli di lavoro, la mail push. «Vediamo inoltre una nuova tendenza: si cominciano a adottare software e servizi business mobile più evoluti, che vanno oltre la mail, come quelli di sales force automation», aggiunge Mawston. «Anche il browsing è importante per l'utenza business», continua, e qui c'è un paradosso «perché gli smartphone Qwerty al solito hanno un browser poco efficiente. Fanno molto meglio gli Android e l'iPhone, con il touchscreen», dice Milanesi.
Nonostante questa debolezza, Strategy e Gartner concordano nel dire che Nokia e Rim-Blackberry sono i player principali negli smartphone sul mercato business, «soprattutto in Europa, mentre nel Nord America Nokia è più debole, a vantaggio di Blackberry, dei modelli con sistema Microsoft e, di recente, l'iPhone», dice Milanesi. La quota Windows Mobile dovrebbe calare però, visto che le applicazioni Microsoft stanno arrivando anche su sistemi Symbian (per un accordo con Nokia)
«L'iPhone sta diventando popolare tra le aziende», concorda Mawston. «Nell'app store ci sono già 2 mila applicazioni nella categoria Business, da Cisco e altri». Nel complesso, «i cellulari più venduti ora in azienda sono l'E71, i Blackberry Curve e Bold e l'Htc Touch Pro. Il Sony Ericsson Xperia ha avuto una tiepida accoglienza, invece», dice Milanesi. In futuro la concorrenza potrebbe diventare più varia. «Samsung ha cominciato a parlare di un ingresso nel mercato business, anche se finora non abbiamo visto modelli adatti», aggiunge. Gli altri outsider sono i modelli Android, «per ora molto consumer, ma potrebbero acquistare una presenza di nicchia nel mercato business nel 2011, se l'Android Market si popolerà di applicazioni adatte», dice Mawston.

6 novembre 2009
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